E’ l’edificio barocco più rappresentativo della città e tra le architetture siciliane più celebrate da studiosi e viaggiatori. Sorge al centro della città settecentesca, all’imboccatura della strada che porta al Colle di San Matteo e quindi alla città medioevale. Data la conformazione del suolo in cui sorge è stato costruito ad angolo, così l’esterno ha due facciate. Un cornicione unifica i due prospetti, mentre un cantonale diamantato, su cui sono collocati una statua di San Giuseppe in basso e lo stemma di famiglia e due teste di moro, lega le due parti in maniera equilibrata.
Il Palazzo, pomposo e raffinato allo stesso tempo, è un raro esempio per “decorazione fantastica” come lo definì Anthony Blunt. Sulle porte e sulle finestre sono collocati i mascheroni, opera di maestranze locali. Inquietanti nelle espressioni le maschere che fanno da chiave d’arco e le mensole dei balconi, che non hanno eguali nell’area sud orientale della Sicilia. Purtroppo alcune mensole sono corrose dagli agenti atmosferici. Non ci sono date certe per la sua collocazione temporale. Blunt lo inserisce alla metà del Settecento. Non si conosce neppure il progettista, anche se lo storico d’arte Paolo Nifosì ipotizza interventi dello scultore Pietro Cultraro, e dei capimastri Mario Mormina e Girolamo Iacitano.
Il Palazzo, nella parte superiore, è chiaramente non completo nella realizzazione strutturale.