Sulla destra di Piazza Busacca si apre Via Santa Maria La Nova che un tempo era attraversata, per gran parte, da un torrente.

Proseguendo per la via, sul lato sinistro si incontra la Chiesa di Santa Maria della Consolazione che si eleva da una scalinata che termina su un ampio spazio di basole.

La chiesa resistette al terremoto del 1693 ma fu lo stesso sottoposta a lavori di riedificazione che iniziarono nei primi anni del Seicento e si conclusero nel Settecento.
Le sue origini si rifanno, secondo gli storici, al Cinquecento e pare che nel Quattrocento sorgesse al suo posto un tempio dedicato a San Tommaso Apostolo.

Presenta una facciata a due ordini accompagnata da un campanile isolato con una cuspide ricca di maioliche.
Sul secondo ordine si trova un finestrone sovrastato dal titolo “Patrona Civitatis” concesso dal re di Spagna Filippo IV per mettere in risalto la devozione del popolo alla Madonna della Consolazione.

L’interno è a tre navate illuminate dalla luce delle finestre semicircolari e domina un pavimento in pietra calcarea bianca e pietra pece reso particolare da motivi geometrici e floreali.
Sui lati si trovano sei cappelle in cui sono conservate due statue che rappresentano la Flagellazione di Cristo e Cristo con le mani legate.

Il nome della chiesa è legato al suo carattere funerario, pare infatti che il suo spazio antistante era un tempo adibito a cimitero.
Nel 2008, durante dei lavori di consolidamento, sono state trovate, sotto il pavimento, delle sepolture singole e delle cripte.
Qualche mese dopo, proseguendo i lavori, vennero alla luce sei corpi che si erano mummificati in maniera naturale e che, secondo uno studio, sono da collocare tra il XVIII e il XX secolo.
Il ritrovamento attirò l’attenzione di molti, compresa quella di Vittorio Sgarbi che volle assistere di presenza all’incredibile scoperta.

Ma non furono gli unici ritrovamenti che resero la chiesa fonte di studio:
durante la Seconda Guerra Mondiale, sotto la scala frontale dell’edificio fu trovata una mummia, all’interno di una bara, in ottimo stato di conservazione e quasi completa, soprannominata la “Regina dei Mori”, una donna morta tra i 45 e i 55 anni.

Nel 2010 fu sottoposta a uno studio paleopatologico presso l’ospedale di Modica dall’equipe del dottor Guido Romeo.
La mummia si pensa risalga alla seconda metà del XIX secolo
A studiare il caso fu anche l’archeologa Valentina Pensiero e il paleopatologo Luca Ventura.

Oggi purtroppo la chiesa non è visitabile.
Si ha avuto l’occasione di accedervi in passato per degli eventi.