Procedendo verso l’interno della strada si può vedere sulla collinetta a sinistra la chiesetta del Rosario con annesso un convento di suore ancora oggi aperto al culto, un tempo dedicato a San Domenico. Una chiesa semplice; ad unico ordine con l’interno ad aula unica. Da una larga terrazza davanti si può scorgere un bel panorama della città storica.
Procedendo verso la cava, si arriva alla Chiesa di Santa Maria La Nova. E’ l’edificio ecclesiastico più monumentale della città, almeno nell’impianto strutturale. La facciata si erge come una quinta scenografica dentro la vallata e – guardando dal basso – come santuario imponente al culmine di una breve salita. Molto laboriose le vicende progettuali e le stesse fasi di costruzione. La chiesa comunque esisteva già nel 1300; l’attuale prospetto di stile neoclassico è dell’800, ma i lavori di ricostruzione- dopoterremoto – iniziano nella seconda metà del ‘700. Le cupole laterali, che si possono ammirare dalla scalinata che porta a San Matteo, costituiscono una specificità nel disegno architettonico dell’intero complesso.
La chiesa internamente è ricca di opere d’arte: un “Martirio di Sant’Adriano” collocato nell’ultima cappella a destra, viene attribuito a Antonino Barbalonga Alberti, pittore messinese vissuto nel ‘600; il simulacro dell’Addolorata (Santa Maria della Pietà) fortemente legato alla religiosità popolare sin dal 1300 (ancora oggi è sentito il “Viaggio all’Addolorata” ogni venerdì); un altorilievo dedicato alla “Madonna con bambino tra San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista”; una statua di scuola gaginiana “La Madonna della Neve”; preziosa argenteria e un reliquario in croce di San Guglielmo.
Qui si trova anche la statua del Cristo Risorto, “U Gioia”. L’interno è articolato con una lunga navata centrale rettangolare e una grande cappella dove si trova l’altare maggiore con una pala di Sebastiano Conca intitolata “La natività della Vergine”, poi altre cappelle laterali che rendono lo spazio interno equilibrato ma imponente allo stesso tempo. Stucchi e decorazioni, affreschi sulla volta (Di Stefano di Chiaramente) sulla vita di Gesù, il gioco delle luci e dei colori rendono l’insieme affascinante e trasportano piacevolmente l’animo verso l’Altissimo.
La chiesa storicamente è legata ai lasciti del benefattore Pietro Di Lorenzo Busacca e le fasi di ricostruzione sono legati a progettisti e maestranze palermitane, proprio perché la sede dell’Opera Pia intitolata al benefattore era a Palermo.
Legata alla chiesa, nella parte posteriore esterna, c’è la chiesetta di San Guglielmo, protettore della città, al cui interno si trova la grotta dove il Beato visse la sua esistenza da eremita. Ancora oggi rimane un vecchio legno a mò di tetto, e un tronco di cipresso che secondo la tradizione fu piantato dal Santo.
Ritornando verso il centro della città, sulla parete del colle San Matteo si possono vedere le antiche mura della città medioevale, la chiesetta di San Vito a mezza altezza e la chiesa dello Spirito Santo più in altura. Sulla strada, invece, l’ingresso ad una antica scalinata interna la “Cento Scale” che metteva in comunicazione la città in alto con il torrente nella vallata, per l’approvigionamento idrico.